Wenn ich einige “Experte” hòre, entsichere ich meine Browning
Wahrheit macht frei
Ricordo che tanti lustri fa, ero ancora un bambino, al mercato c’era un giorno riservato ai piazzisti. Erano individui dotati di grande eloquio e di grande capacità di convinzione. Dimostravano con grande abilità la superiorità dei loro prodotti per radersi, callifughi di straordinaria efficacia e unguenti miracolosi. Noi bambini eravamo affascinati, ma anche molti adulti si lasciavano convincere e compravano. Costoro non dovevano dimostrare nessuna competenza scientifica, era tutto affidato alla loro capacità di convinzione. Oggi questo mondo non esiste più, ma i piazzisti non sono scomparsi, si sono riciclati, riveduti e aggiornati, in altre branche delle attività umane, compreso il “business” dei cani. Mi sono preso la briga di formulare queste note, al fine di richiamare una questione di metodo e un momento di riflessione su come rapportarci con i nostri cani, nell’ambito delle varie situazioni, sport, famiglia etc.=.Ho cani da quasi cinquanta anni, mi sono interessato al rottweiler verso la fine degli anni settanta. Non produco cani e non ho alcunchè da vendere, ho solo il piacere di vivere con i miei cani e di approfondire le tematiche etologiche e quelle della razza che più mi interessa. Quindi lo studio, in generale, del comportamento animale e del cane in particolare. Il comportamento è l’insieme delle risposte che un’animale da agli stimoli che riceve sia dall’interno che dall’esterno. Lo studio del comportamento si chiama etologia. Per costruire un discorso che abbia un senso è necessario avere come base delle fonti qualificate, per evitare di formulare teorie campate in aria. Queste “fonti qualificate” sono la letteratura scientifica che parte dall’etologia classica: Koehler, Lorenz, Tinbergen u.s.w., fino agli ultimi cognitivisti: Allen, Bekoff, Griffin, Bradshaw etc . In proposito vedasi la bibliografia. Tutto può essere messo in discussione ma non con teorie “fai da te”. L’empirismo e il manualismo, anche se basati su valide esperienze, da sole non portano da nessuna parte. Senza un ancoraggio alle leggi biologiche che governano gli esseri viventi, oltrechè incorrere sempre nel rischio di costruire ipotesi fantastiche, si presta il fianco ad opportunismi che, per motivi diversi, costruiscono informative non veritiere. Non solo, ma l’utilizzo strumentale fatto da molti della dottrina behaviorista, costituisce un occasione di ulteriore confusione. Il behaviorismo è stata una sperimentazione di laboratorio antecedente alla scoperta del DNA, quindi prescindente dall’effetto dei geni su l’intimo legame tra percezione sensoriale e reazione organica. “Il behaviorismo….(…..) esso scaturisce dal fatto che il senso comune della scienza ignora le questioni morali e di valore, mentre considera oggetto della scienza soltanto i dati osservabili; dal fatto che esso è astorico e porta con se un semplicistico pregiudizio positivistico,…..attribuendo grande valore all’esperimento condotto in laboratorio. Il behaviorismo, nell’espressione della formula stimolo/risposta, ha attualmente pochi sostenitori.” (Allen & Bekoff – il pensiero animale), la risposta ad uno stimolo non è data da un riflesso, ma “..da automatismi del sistema nervoso centrale..” (Von Holst). Del resto anche Griffin da per scontato che: “il comportamento e la coscienza sia negli animali sia nell’uomo risultino interamente da eventi che si verificano nel sistema nervoso centrale”. Aggiungo che: una serie di riflessi non è un etogramma. In proposito dice Lorenz parlando della dottrina behaviorista:“….va certamente attribuita una gran parte della responsabilità per il crollo morale e culturale che incombe sugli Stati Uniti.” Del resto: “Le malattie intellettuali della nostra epoca usano venire dall’America e manifestarsi in Europa con un certo ritardo” Oggi non c’è più nessuno che mette in dubbio che : “strutture e funzioni siano governate dal DNA”. In parole povere: ogni essere vivente è preprogrammato. Certo questa è se vogliamo un’estrema semplificazione, su esso esiste un ampio dibattito tra scienziati sulla differenza tra “preprogrammato” e “genetico” (M. S. Dawkins), ma non ho la presunzione di rispondere e tantomeno di approfondire certi temi, ma solo quello di introdurre il tema ed evitare il “piazzismo”. Se ne sentono talmente di “tutti i colori” che ho sentito il dovere di fare un po’ di chiarezza, naturalmente non in base ad idee personali ma, come detto in precedenza, sulla base di teorie scientifiche ampiamente consolidate. Naturalmente è impossibile sintetizzare il contenuto di una letteratura di molti volumi, ma questo contributo serve soltanto a fornire lo spunto per l’approfondimento della tematica. Per chi volesse farlo o avesse dei dubbi rimando alla bibliografia. Per quanto riguarda le note riguardanti il Rottweiler: educazione, caratteristiche, storia u.s.w., sono un po’ datate perché riguardano riflessioni di qualche anno fa, ma i principi generali in esse contenute, sono rimasti immutati. Ci sono poi delle note frammentate, proprio per l’impossibilità di sintetizzare tanto materiale in poche pagine, dalle quali si può partire per studiare argomenti specifici.

